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NODO ALLA GOLA

di Irene Modena

Anno: 1948

Regia: Alfred Hitchcock

nodo alla golaNew York, dietro una finestra oscurata dalle tende si sente improvvisamente un grido. In primo piano un uomo con una corda al collo, un rimando al titolo Nodo alla gola o Rope (corda). Due giovani intellettuali benestanti, Brandon e Phillip, uccido un loro amico, apparentemente senza motivo, nascondendolo in un baule su cui poi viene apparecchiata la tavola. Infatti di lì a pochi minuti sarebbero arrivati gli amici per un party, tra cui il professore Rupert che alla fine scoprirà l’omicidio. Lo spettatore è sia testimone che complice grazie ad una sorta di suspense al contrario, in cui si identifica con i due assassini comprendendo i loro sguardi, le loro battute e i loro stati d’animo. Hitchcock esalta la sua idea di voyerismo, ovvero di uno spettatore guardone che conosce ogni dettaglio grazie alla particolare tecnica di ripresa che crea l’illusione di un unico piano sequenza. Hitchcock infatti non usa alcun montaggio, ma gira l’intero film come fosse una scena teatrale. Inoltre il regista inglese tratta il tema dell’omosessualità all’epoca censurato grazie alle battute, che alludono alla relazione tra Brandon e Phillip senza esplicitarla. Tema celato nella versione italiana con dialoghi rimaneggiati. Anche il movente della versione originale viene oscurato, ovvero considerare l’omicidio un’arte, come discutevano ai tempi della scuola con Rupert, e avere la folle convinzione che “quelli come David occupano spazio”. Ogni inquadratura è costruita con estrema precisione da Hitchcock, che cura i dialoghi con battute che strizzano l’occhio allo spettatore, le pose degli attori e gli sguardi che spesso rimandano alla presenza del corpo esanime nel baule. Infatti quella presenza è evidente per tutto il film, non solo attraverso gli sguardi dei due assassini ma anche tramite la presenza fisica del baule spesso al centro delle inquadrature. Il professor Rupert rivedrà le sue posizioni affermandone la sola validità teorica, costruendo un finale canonico e ristabilendo la dialettica tra Bene e Male.

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