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THE BOY

di Irene Modena

Anno: 2016

Regia: William Brent Bell

the boyUn taxi si ferma davanti ad un’enorme casa, tenebrosa e glaciale. Una giovane ragazza, Greta, è arrivata in Inghilterra per accudire il piccolo Brahms e con l’occasione scappare da un passato doloroso. Quando i genitori portano Greta a conoscere il figlio, questa scoppia in una risata trovandosi davanti una bambola di porcellana. Da questo equivoco straniante inizia una storia misteriosa e paranormale. Già dalle prime inquadrature si avverte un occhio scrutatore che segue la ragazza creando un’atmosfera claustrofobica. La presenza della bambola è un classico cliché del genere horror, che gioca sull’inquietudine di uno sguardo fermo e penetrante di due occhi di vetro. L’inizio della storia è accattivante nonostante non sia un film innovativo, anzi la suspense viene creata con meccanismi abusati nel genere come la casa piena di stanze che diventa una trappola per la ragazza. Durante il corso della narrazione Greta scopre la vera storia della famiglia e tutti le descrivono il piccolo Brahms come “strano”, così iniziano avvenimenti inspiegabili e incubi che la perseguitano. Il regista crea un’atmosfera inquietante, anche se con molti eventi scontati come la sparizione dei vestiti o la scena della doccia o la soffitta abbandonata. All’improvviso nel punto massimo di tensione si ha una svolta: la ragazza smette di avere paura e si prende cura di Brahms, così il piccolo smette di mettere paura a Greta ma anzi si crea un tenero rapporto tra loro. Questa sembra essere l’unica sorpresa del film in contrasto con il genere. Nel finale risulta superflua la vicenda dell’arrivo dell’ex fidanzato di Greta. Ma il colpo di scena è la scoperta che Brahms non è mai morto ma ha sempre vissuto nel sotterraneo, nulla di paranormale come si poteva intuire all’inizio. Un’altra novità del finale è la bambola ricostruita dopo che si era rotta, facendo così pensare ad un sequel. Nel complesso è un film piacevole, senza pretese impegnative che cerca di intrattenere il pubblico e circondarlo di suspense e paura pur senza rinnovare il genere.

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