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CELL BLOCK 99

Di Luca Bovio

Cell Block 99 (Brawl in Cell Block 99) è un prison-movie americano del 2017 scritto e diretto da S. Craig Zahler.

Bradley Thomas (Vince Vaughn) perde il lavoro e per sbarcare il lunario decide di lavorare come corriere della droga. Finito in carcere verrà ricattato e dovrà iniziare un viaggio all’inferno per salvare la moglie incinta (Jennifer Carpenter).

Già autore dell’interessante Bone Tomahawk (2015) Zahler si conferma autore originale e degno di attenzione. Passando dal western al film di ambientazione carcerario il regista mantiene la sua personale capacità di lavorare all’interno della tradizione dei generi sapendoli innovare con intelligenza. Per questa pellicola sceglie di adottare il linguaggio della exploitation anni Settanta e con le musiche e con le caratterizzazioni dei vari personaggi. I topoi del genere, insomma, ci sono tutti ma vengono rimescolati ed utilizzati in una veste che elide l’arido citazionismo. Lo stile registico è essenziale e si avvertono note del cinema indie. Interessante la fotografia dai riflessi metallici. Il ritmo è lento, composto, ma non annoia, soprattutto nella seconda parte. C’è un che di tedesco nella fattura della pellicola. Tuttavia l’elemento di maggiore interesse è l’uso della violenza nel film. Si evitano gli effetti da grand-guignol. Le esplosioni di violenza sono stilizzate, quasi de-costruite, e private di qualunque epicità. È quasi documentario l’occhio che le riprende, come se il regista volesse farci riflettere sulla violenza nella società. Dà l’idea di trovarsi dalle parti del camp con il suo consapevole utilizzo del kitsch. Il risultato è un film intelligente ed eccentrico che rifiuta la facile spettacolarizzazione per addentrarsi invece con un occhio nuovo e consapevole in un sentiero già tracciato da altri. Un’ultima notazione per il protagonista. Vaughn è attore assai versatile che ha trovato nella commedia un facile successo ma qui ci ricorda le sue capacità di dominare i diversi registri.

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