Di Luca Bovio
Lock&Stock – pazzi scatenati è una black comedy inglese del 1998 che segna il debutto cinematografico del regista Guy Ritchie.
Quattro amici dell’East End di Londra mettono insieme i soldi per partecipare alla partita di poker indetta dal boss locale. Sarà una pessima decisione.
Come opera prima è davvero interessante. La fattura è ben curata e armoniosa. Richiama in parte il gangster-movie di Martin Scorsese, venato però di humour inglese. Tale umorismo conferisce un sapore particolare che evita che il kitsch degeneri e diventi stucchevole. Alcune scene sfiorano il surreale. Sono forse le più gustose. È molto adrenalinico e la tensione è sempre alta. Attrae l’attenzione la luce usata, virata sui toni del seppia e che dona all’intera pellicola un’atmosfera livida e allucinata che rinforza l’aura surreale data da scene e dialoghi.
Con questa e la successiva pellicola, Snatch – Lo strappo (2000) Ritchie firma un esordio fulminante e si qualifica come uno degli autori più interessanti del periodo. Si fa conoscere per uno stile molto personale, crudo, affilato ed ironico che si differenzia dal cinema inglese mainstream e si avvicina soprattutto a certo cinema autoriale e di nicchia. L’esordio di Ritchie segna anche l’esordio di un gruppo di attori che lavoreranno con lui per anni, come Vinnie Jones e Jason Statham.
Ritchie innerva di humour nero una storia che potenzialmente avrebbe potuto essere una thriller drammatico e cupo sull’avidità umana e sulle difficoltà che si incontrano vivendo in un quartiere degradato. Il regista crea invece un testo più luminoso e spiritoso con quattro protagonisti che, come molti, aspirano alla grande idea che li faccia sfondare ma si rivelano inetti nel metterla in pratica, finendo nelle grinfie di individui ben più scafati. Alla fine sono le coincidenze ed una sorte benigna a salvarli. Sembra anche di vedere un intento del regista di parodizzare il genere venendo così a creare un film godibile e divertente che mescola con gusto thriller e commedia.
IL SETTIMO OCCHIO 