Di Luca Bovio
Film del 2019 per la regia di Mario Martone è l’adattamento di uno dei più noti lavori teatrali di Eduardo De Filippo.
Antonio Barracano (Francesco Di Leva) è un onesto mobiliere del rione La Sanità di Napoli nel quale amministra la giustizia secondo un proprio personalissimo codice, sostituendosi in tal modo allo Stato.
Presentato in concorso alla 76ª Mostra internazionale di arte cinematografica di Venezia ed ispirato ad un adattamento teatrale del 2017 dello stesso Martone il film è una rilettura in chiave moderna del testo di De Filippo aggiornato ai nuovi linguaggi ed alla contemporaneità.
Dalla dimensione squisitamente teatrale che l’opera mantenne anche nelle trasposizioni televisive per la RAI, con una dimensione da teatro borghese, viene trasportata da Martone in un ambito più vicino al noir ed a prodotti quali Gomorra, dimostrandosi tuttavia assai lontano e superiore a tali produzioni. La messa in scena di Martone è sicuramente più agile e cinematografica con un’azione che ben amalgama l’anima teatrale e la nuova veste cinematografica dell’opera. Ciò si deve con ogni probabilità al mestiere ed all’esperienza del regista il quale, nel corso degli anni, è passato dalla sperimentazione visiva degli esordi ad un elegante classicismo di cui questo film è una nuova prova.
Il cuore narrativo, dell’opera originale come di questo nuovo adattamento, non è una storia criminale ma l’esposizione della complessa e contraddittoria anima napoletana. Con questo testo De Filippo voleva mettere in scena tutte le contraddizioni morali che albergano nell’animo napoletano e che esemplifica nella figura del protagonista Antonio Barracano, uomo onesto sì ma avvezzo ad un diverso tipo di giustizia da quella comunemente considerata. Esponente e sineddoche di un mondo quasi parallelo a quello in cui noi tutti viviamo. E proprio in ciò è la massima differenza dell’opera con prodotti quali Gomorra, quelli sono fiction, questa è una critica dell’etica e della morale.
IL SETTIMO OCCHIO 