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LA CONGIURA DEI BOIARDI

di Luca Bovio

28176025_10214393560409498_2038097738_nLa congiura dei boiardi (Ivan Groznyj II: Bojarskij zagorov, 1958) è la seconda delle tre parti dell’opera filmica di Sergei M. Ejzenstejn su Ivan IV. Tornato dall’esilio volontario in monastero Ivan deve affrontare le congiure di palazzo dei boiardi sostenute anche dall’alto clero. Lo stile del regista appare anche più normalizzato rispetto al film precedente, lontano da quello che eravamo abituati a vedere, eppure è ancora capace di regalarci scene di grande impatto come la scena alla corte del re di Polonia che assume un carattere quasi onirico e suggerisce rimandi alla pittura surrealista e la sequenza a colori. Questa è forse la sequenza più interessante di tutto il film; girata a colori, con un forte senso espressionistico, essa appare in gran parte come una sequenza operistica, tratta direttamente dalla tradizione russa. Questo richiamo alle tradizioni folkloriche russe pre-rivoluzionarie si nota anche negli inserimenti di canti popolari lungo tutto il film ed in particolare nella scena dello scontro tra Ivan ed il metropolita Filippo nella cattedrale di Mosca. Questi riferimenti alla tradizione popolare sembrano denunciare un maggiore apporto alla scrittura del film di Sergej Prokof’ev, musicista e compositore già collaboratore del regista. Questa maggiore incidenza dell’elemento musicale dona al film una dimensione da opera teatrale più che cinematografica. Si tratta senza dubbio di un buon film, tuttavia se paragonato alle opere precedenti di Ejzenstejn, ed in particolare i film degli anni Venti, appare inferiore sebbene interessante nel suo intento di recuperare l’antico patrimonio culturale russo. È di grande interessante tutto il forte sottotesto politico che come nel film precedente riprende in gran parte il tema della Russia accerchiata dai nemici. Se in Ivan il terribile il riferimento palese era alla più recente vicenda bellica, qua sembra più riferirsi agli anni precedenti, Venti e Trenta, nei quali l’Unione Sovietica cominciava ad affacciarsi all’esterno e sperimentava l’ostilità dei paesi capitalistici. Nello stesso periodo Stalin conquistava il potere e lo rafforzava tramite le famose purghe. Con tutta probabilità è questo forte parallelo tra le figure di Stalin e Ivan che causò il divieto della censura, il film era infatti completato nel 1946, rendendo possibile la distribuzione solo nel 1958, postuma sia al suo autore che a Stalin, di quest’opera rimasta incompiuta.

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