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LA BELLA E LA BESTIA (1946)

Di Luca Bovio

la bella e la bestiaLa bella e la bestia (La Belle e la Bête) è un film francese del 1946 diretto da Jean Cocteau con l’ausilio, anche se non accreditato, di René Clément.

È la riduzione cinematografica della favola settecentesca di Madame Leprince de Beaumont.

Jean Cocteau, artista eclettico, capace di dare il proprio contributo a gran parte delle avanguardie artistiche del Novecento, trova in questa favola barocca il giusto vettore per testimoniare la sua idea di cinema, al cui centro vi è la poesia come cifra di stile, e creare un’opera fortemente poetica ed onirica. Nell’atmosfera prosaica nelle scene ambientate nella casa e nel villaggio di origine della famiglia di Bella (Juliette Day) e nell’atmosfera invece onirica nelle scene ambientate nel castello della Bestia (Jean Marais) possiamo vedere una contrapposizione o forse un parallelismo tra la dimensione dell’ordinarietà e della meschinità e la dimensione della poesia e dell’amore. Tale parallelismo può trovare un’ulteriore conferma nel doppio ruolo ricoperto da Marais di Bestia/Splendore, dove il mostro solitario si rivela uomo e viceversa.

Cocteau si impadronisce del testo e ne ricava un delicato eppure potente pezzo di poesia cinematografica in grado di stregare lo spettatore con la sua malia; non solo, costruisce un racconto che ci parla di assoluti e di temi immortali perché legati all’animo umano profondo e non sono invece legati ad impressioni passeggere. Da grande artista qual è Cocteau nasconde nella levità del gesto la grandezza del messaggio, che altrimenti avrebbe potuto allontanare gli spettatori.

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