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UNDERGROUND

di Luca Bovio

undergroundUnderground è un film del 1995 del regista serbo Emir Kusturica. Si tratta di una commedia grottesca pervasa da una ironia tagliente nella quale il regista affronta il tema della nascita e della dissoluzione della Jugoslavia. I protagonisti della storia sono Marko, il suo amico Petar detto “il Nero” e Natalija, della quale entrambi sono innamorati. Dopo l’occupazione nazista ed il primo raid tedesco su Belgrado convincono un gruppo di amici e parenti a nascondersi in un sotterraneo, dove, con l’inganno, Marko li terrà chiusi per molti anni a produrre armi di contrabbando. Con quest’opera Kusturica affronta per la prima volta un tema sul quale in seguito tornerà più volte, la morte della Jugoslavia. Nella vicenda dei tre protagonisti il regista trasfigura la storia del suo paese. Non sceglie tuttavia di tentare una facile analisi a posteriori sulla nascita, vita e morte di una nazione che conduca verso una generica e definitiva accusa, ma piuttosto tenta la storia del ricordo intimo di chi l’ha vissuta dall’interno quella storia, e ci si è anche trovato bene, fosse anche solo per ignoranza su come stavano veramente le cose. Certo, si può intendere il film come il fatto che gli jugoslavi fossero stati sostanzialmente tenuti in uno scantinato da Tito e dall’apparato dirigente del partito comunista jugoslavo, si può intendere che la Jugoslavia fosse una prigione, ed i suoi abitanti fossero i carcerati, ma è davvero così? Il finale onirico sembra suggerire altro, il forte senso di nostalgia che lo pervade sembra suggerire che la Jugoslavia non fosse questo luogo orribile, ma sia stata, bensì, un sogno, forse anche un’illusione, ma in questa illusione molte persone hanno creduto, hanno creduto alle “belle bugie” che sono state loro raccontate e che li hanno resi felici. Ed è per questo che continueranno a raccontare la storia della Jugoslavia, cominciando con la frase: “C’era una volta un paese…”

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